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Il terreno migliore per correre

5 Giugno 2017Paolo Iavagnilio
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-- GLI SPECIALISTI ITALIANI DELLE CALZATURE MINIMALISTE --

Qual’è il terreno migliore per correre?

Quante volte ve lo sarete chiesto? Di pareri sull’argomento ne ho sentiti molti!

Vorrei però spingervi a riflettere, su alcuni aspetti legati a questa domanda, che spesso non vengono presi in considerazione:

  • La nostra storia evolutiva legata ai nostri piedi
  • Il nostro sistema neuro-muscolare legato alla nostra stabilità

Per milioni di anni ci siamo mossi su terreni totalmente diversi da quelli artificiali, come ad esempio l’asfalto o il cemento.

Questi terreni, forniscono un appoggio sempre uguale, su un piano liscio e non permettono di fare tanti movimenti.

Il piede in natura si evoluto a fare tutta una serie di movimenti, che sono importanti per la sua mobilità.

Stabilità

Tutta la nostra Stabilità è strettamente connessa al lavoro di attivazione neuro-muscolare.

Nella locomozione, il piede ed il terreno sul quale ci muoviamo, sono i principali protagonisti, in quanto trasmettono i primi segnali propriocettivi, dal basso verso l’alto, dando il via ad una reazione a catena di attivazioni muscolari.

Quindi secondo questo concetto, quale è la compenente che è maggiormente coinvolta nell’attivazione neuro-muscolare?

La Forza. I nostri piedi ricevendo la forza d’impatto dal terreno, inviano per mezzo del sistema nervoso, i segnali d’attivazione ai muscoli.

Perchè c’infortuniamo su alcuni terreni?

È facile intuire dal ragionamento fatto in precedenza, che se queste forze arrivano in ritardo (effetto ammortizzazione) o troppo veloci, i nostri muscoli non riescono ad elaborare con i giusti tempi il movimento.

Quindi cosa accade esattamente?

Accade che altre strutture, come ad esempio tendini ed ossa si fanno carico di queste vibrazioni.

Questo fenomeno porta in molti casi, alla manifestazione di tendiniti o fratture da stress.

Qual’è il terreno migliore per correre?

Quale è la vibrazione ideale per avere un giusto ritorno di forza dal terreno?

Son convinto che molti di voi, avranno sentito dire almeno una volta, da un allenatore o da un amico, che il terreno migliore è lo Sterrato.

E la risposta è esatta, in quanto gli sterrati, o ancora meglio i Sentieri, son quei terreni che forniscono non solo una vibrazione ideale, ma anche un appoggio sempre diverso, facendo esplorare al piede tutti i suoi gradi di movimento.

Tutti i terreni naturali sono adatti per correre?

La risposta purtroppo è no. La Sabbia per esempio è un terreno sul quale per correre incontriamo grosse difficoltà, per tutto il discorso spiegato sopra, in quanto il terreno produce un effetto simil-ammortizzazione, creando dei ritardi importanti, che non ci permettono di stabilizzare con i giusti i tempi i nostri muscoli.

Tra i terreni artificiali qual’è il peggiore per correre?

Sicuramente è il Cemento, in quanto mandando un segnale troppo veloce ai nostri muscoli, produce l’effetto opposto dell’ammortizzazione, ma non per questo meno traumatico.

Quindi se dovete scegliere è sempre meglio l’Asfalto, rispetto al Cemento.

Ad ognuno le sue considerazioni, ma ancora una volta, come spesso accade, le risposte alle nostre domande, le troviamo cercando di capire cosa abbiamo fatto e dove ci siam mossi, per correre e cacciare, per milioni di anni.

BIBLIOGRAFIA:

Tom Myers – Anatomy Trains

Benno Nigg – Biomechanics of Sport Shoes

Emily Splichal – Barefoot Strong

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KINEYA - Muteki Running Tabi

Leggi anche: “Barefoot Training” di Paolo Iavagnilio
Paolo Iavagnilio

Paolo Iavagnilio

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Paolo Iavagnilio
Barefoot Training Specialist - Evidence Based Fitness Academy | Vibram Coach | Istruttore di Corsa Naturale - Associazione Italiana Corsa Naturale
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4 commenti. Nuovo commento

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Stefano Maria Di Figlia
5 Giugno 2017 18:36

Caro Paolo, voglio stimolarTi circa le capacità del piede di riuscire a correre su qualsiasi tipo di sterrato. Secondo alcuni una corretta tecnica di corsa e un breve periodo di adattamento consentono di correre praticamente ovunque. Io, forte solo della mia esperienza, credo che un fattore variabile soggettivamente e molto importante al riguardo sia la cheratinizzazione delle piante del piede. Id est, non tutti reagiamo ugualmente a stimoli uguali, per motivi che potrebbero essere principalmente genetici. Io, per quanto lo abbia desiderato ardentemente, non sono mai riuscito a correre su una strada bianca che presenti molta ghiaia o su sentieri particolarmente inospitali.
Rimango in attesa del Tuo punto di vista.
Un caro abbraccio, Stefano

Rispondi
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Paolo Iavagnilio
6 Giugno 2017 00:09

Ciao Stefano, giusta osservazione, l’articolo voleva solo soffermarsi sul terreno da un punto di vista della risposta vibrazionale. Ovviamente un adeguato allenamento del piede, può andare a colmare i deficit dei terreni su cui ci muoviamo. E quindi è giusto ciò che dici, ovvero che si può correre ovunque, soprattutto se ci alleniamo intelligentemente. I terreni accidentati son sempre difficili per noi che non siamo più abituati a viverci ed ancor più a correrci, ma i motivi son più legati alle nostre abitudini culturali, piuttosto che alla nostra biologia. Comunque se l’uomo ha inventato le scarpe per muoversi su alcuni tipi di terreno, sarà sicuramente stato per rendere più confortevole lo spostamento su territori difficili. Un caro abbraccio a te Stefano e grazie per avermi scritto.

Rispondi
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Massimiliano
5 Giugno 2017 23:14

Ed il tartan delle piste di athletics?

Rispondi
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Paolo Iavagnilio
5 Giugno 2017 23:59

Da quello che ho capito il tartan a livello di vibrazioni è sicuramente migliore dell’asfalto. Infatti le scarpe da pista son prive di ammortizzazione.

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