Il cervello in fondo ai piedi
Cosa significa elaborare un pensiero sulla facoltà di pensare?
Solo i membri della nostra specie possono porsi questa domanda!
Poiché nessun altro organismo esistente sul Pianeta ha la configurazione fisica o neurale per arrivarvi, anche solo lontanamente, vicino.
Inoltre, la risposta a questo interrogativo talvolta implica un complesso viaggio intellettuale, per quanto la sua destinazione sia saldamente ancorata nel cervello umano.
Esordisce così [1], splendido volume che, dal punto di vista evolutivo, indaga in che modo, cerebralmente, siamo diventati ciò che siamo.
Una battaglia durata alcuni milioni di anni dove, allo scopo di ottenere una propria nicchia ecologica, numerose specie di ominidi sono entrate in competizione le une con le altre.
Un viaggio completato da un’unica stirpe della nostra famiglia zoologica, noi, in grado nel tempo di eliminare tutte le altre concorrenti al posto di protagonista del palcoscenico evolutivo.
È fuori di dubbio che “il cervello” sia stato un indiscusso protagonista di questa (trionfale?) cavalcata.
Il nostro cervello controlla virtualmente ogni nostra azione.
Dal punto di vista comportamentale ci rende ciò che siamo in qualità di individui unici.
Così come dal punto di vista collettivo è sempre lui che nella sua straordinarietà e assoluta novità consente alla nostra specie di essere quell’entità psicologicamente complessa, altamente selettiva e talvolta bizzarra che siamo [1].
Ma non è del cervello che voglio parlare oggi.
Rimanendo nell’ambito di un’analisi evoluzionistica, vediamo come approfondire la ricerca pone l’accento su di un’altra porzione del nostro corpo anzi, soprattutto sull’utilizzo di questa parte, come distintiva della nostra specie e come probabile candidata al ruolo di primo vero vantaggio evolutivo.
Andiamo a localizzarla nel posto più lontano dal cervello (curioso): il piede; diventare bipedi con un certo grado di efficienza si lega strettamente allo sviluppo del cervello, permettendo così quel salto in avanti che ci ha reso uomini.
2 commenti. Nuovo commento
Salve,ho letto l’articolo in quanto mi sto interessando a materiale per lavorare ad una tesi sperimentale in fisioterapia che vede come protagonista il piede per le sue caratteristiche neurofisiologiche. Mi piacerebbe confrontarmi a riguardo e magari anche ricevere informazioni che possano arricchire la mia tesi notata l’accuratezza dell’articolo e la globale visione del piede. Spero di ricevere risposta. Buona giornata
Ciao Carmen, grazie per averci contattato, ti suggerisco di entrare in contatto con Sport Evolution, nella figura di Federico Luzi, un vero luminare in Italia della scienza del barefoot running. E se parteciperai alle certificazioni BTS (Barefoot Training Specialist) e DNS (Dynamic Neuromuscolar Stabilization) sicuramente avrai strumenti in più per approfondire con accuratezza gli argomenti che ti interessano. Un caro saluto e complimenti per il fantastico percorso che hai scelto di fare.