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Ascoltate il vostro corpo

26 Ottobre 2016Lyon Runner
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-- GLI SPECIALISTI ITALIANI DELLE CALZATURE MINIMALISTE --

Questo articolo è il seguito di: “Vorresti correre barefoot?” di Lyon Runner.

Se non lo avete ancora fatto vi suggeriamo di leggere la storia dall’inizio.

Ascoltate il vostro corpo

I due, abbracciandosi, si salutarono con forti pacche sulle spalle, ridendo di gusto.

Mario:

Come stai, vecchio Francesco?

Senza attendere la risposta, Mario aggiunse:

Giovanni, è con vero piacere che ti presento Francesco, una leggenda del Barefoot! Pensa che, anche se lui non ci tiene a farlo sapere, è stato uno dei pochissimi italiani, forse l’unico, ad aver corso con il mitico “Barefoot Ted”, e non di certo nel “nostro parco”, ma… niente meno che nella “Barranca del Cobre” in Messico !!!

Francesco, modesto e riservato, come sempre, fermò il torrente di parole che fuoriusciva dall’entusiasmo dell’amico e nello stringere la mano di Giovanni, disse:

Piacere di conoscerti, Giovanni. Temo che, se lo lasciassimo parlare oltre… il nostro caffè si fredderebbe anzitempo, andiamo a berlo?

Con un’altra risata, corale, uscirono tutti insieme verso il bar di fronte.

Francesco:

Ascoltate il vostro corpo… imparate a sentire cosa vi stà dicendo. Regolatevi di conseguenza. Avanzate di conseguenza

Queste sono le parole che, Ted, ripeteva ad ogni runner che incontrava e nessuno di loro, restava indifferente ad esse.

Tutti erano affascinati dal grande carisma di “Barefoot Ted”

Disse, Francesco, appoggiando la tazzina, vuota, sul bancone del Bar.

Il silenzio avvolse il gruppo di amici, ognuno, con la mente, stava correndo nel regno dei Tarahumara. Mario e Giovanni, dopo aver salutato tutti, con la solenne promessa di ritrovarsi a breve, lasciarono il negozio e tornarono a Famagosta per recuperare l’auto.

Nel tragitto di ritorno, questa volta, era Giovanni che non riusciva a contenere l’entusiasmo e, come Mario al mattino, seguitava a parlare, fantasticando di viaggi in Messico e mille altri sogni. Mario, dal canto suo, lo ascoltava assecondandolo con le sue caratteristiche risate.

Giovanni:

Ma ci pensi, Mario? Poter correre su quelle pietraie, su quei declivi rocciosi, immersi nella totalità della Natura più selvaggia?

Mario:

Certo, che ci ho pensato! Più di una volta! Ma… il tutto non è così semplice… come calzare un paio di Fivefingers!!! Ahahahahahah

Passò una settimana, prima che i due amici si re-incontrassero, dopo quel giorno. Mario, in quel periodo, era particolarmente preso dal lavoro e poteva dedicare poco tempo alla corsa. Giovanni, al contrario, ne aveva parecchio e lo dedicò a lunghe camminate, giornaliere, con le Fivefingers ai piedi. Ad ogni alba, il sole, lo salutava sulle strade, ordinate e pulite, del parco e la distanza percorsa, aumentava sempre più. La Domenica mattina, i nostri due amici, si strinsero la mano, all’entrata ovest del parco.

Mario, non riuscì a trattenere la felicità nel vedere le “5 dita” ai piedi di Giovanni e, con l’impazienza di un bimbo, chiese:

Allora? Come ti sono sembrate? Hai avuto difficoltà a camminare con “loro”?

Ancora più raggiante in volto, l’amico rispose di getto:

U N A F A V O L A A A A!!!

La risata che scaturì, spontanea, da entrambi, venne udita in tutto il parco!!!

Mario:

E… vedrai oggi!!! Provando a correre… vivrai un momento che, definire magico… è decisamente poco

Camminarono per due o tre chilometri, parlando esclusivamente di corsa minimal e…. quando Mario ritenne che fossero “caldi a puntino” disse:

Va bene, Giovanni. Ora è giunto il momento di “spiccare il volo”… affacciati al “bordo del nido”… e… LANCIATI !!!

L’ altro, divenne taciturno e dal suo volto, scomparve il sorriso. Ascoltando, attentamente, si poteva sentire, persino, il battito del suo cuore, simile all’assolo di un batterista impazzito. Un leggero pallore, ne aveva decolorato le guance. Mario, conosceva bene ciò che l’amico stava vivendo. Anch’egli lo aveva provato su di sé, tempo prima e quindi lo incoraggiò dicendo:

Forza, Giovanni! Non temere… non accadrà nulla di male

Un passo… un altro… tre… quattro… cinque… poi… ruppe gli indugi… e… VOLÒ! Volò alto, nel cielo della gioia, corse con la leggerezza, libera dai pensieri, tipica dei bambini quando corrono felici. Corse, in modo fluido, rilassato e contento, come da tanto non gli accadeva e… particolare non trascurabile… senza avvertire il benché minimo dolore. Mario, felice, al suo fianco, ne condivideva la gioia e ancora una volta, ebbe la netta sensazione che ciò che egli stesso aveva intrapreso, tempo prima, fosse davvero la STRADA GIUSTA!!!

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KINEYA - Muteki Running Tabi

Leggi anche: “I segreti dei corridori africani” di Lyon Runner
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